Tumore del polmone in stadio precoce: Pembrolizumab prima e dopo la chirurgia riduce il rischio di mortalità del 28%. Studio KEYNOTE-671


I risultati dello studio di fase 3 KEYNOTE-671 hanno mostrato che nel tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio precoce, l’immunoterapia con Pembrolizumab ( Keytruda ), prima e dopo l’intervento chirurgico, riduce del 28% il rischio di morte e migliora la sopravvivenza globale ( OS ), con il 71% dei pazienti vivi a 3 anni.

Lo studio KEYNOTE-671 ha valutato Pembrolizumab, un anticorpo anti-PD-1, in aggiunta alla chemioterpia come regime perioperatorio, che prevede il trattamento prima della chirurgia ( setting neoadiuvante ) e dopo la chirurgia ( setting adiuvante ), nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule resecabile in stadio II, IIIA o IIIB.

Alla seconda analisi ad interim, prevista con un follow-up mediano di 36,6 mesi ( intervallo: 18,8-62,0 ), Pembrolizumab nel setting neoadiuvante più chemioterapia, seguito da Pembrolizumab come singolo agente dopo la resezione chirurgica, ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale ( OS ), riducendo il rischio di morte del 28% ( hazard ratio, HR 0,72; IC 95% 0,56-0,93; P-value unilaterale = 0,00517 ) nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule resecabile in stadio II, IIIA o IIIB, rispetto alla sola chemioterapia neoadiuvante ( più un placebo ) seguita da un placebo adiuvante, indipendentemente dall’espressione di PD-L1.
Nei pazienti trattati con il regime a base di Pembrolizumab, la sopravvivenza mediana globale non è stata raggiunta ( IC 95% NR-NR ), mentre è risultata di 52,4 mesi ( IC 95% 45,7-NR ) nei pazienti trattati con il regime chemioterapia-placebo.
I tassi di sopravvivenza globale a 36 mesi sono risultati del 71,3% per i pazienti trattati con Pembrolizumab perioperatorio più chemioterapia contro 64% per quelli trattati con la sola chemioterapia più placebo.

Nella seconda analisi dello studio KEYNOTE-671 è emerso che il beneficio di sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) osservato nella prima analisi è risultato mantenuto e il regime perioperatorio con Pembrolizumab ha migliorato la sopravvivenza mediana libera da eventi rispetto alla sola chemioterapia più placebo: 47,2 mesi ( IC 95% 32,9-NR ) versus 18,3 mesi ( IC 95% 14,8-22,1 ), rispettivamente ( HR 0,59; IC 95% 0,48-0,72 ).
I tassi di sopravvivenza libera da eventi a 36 mesi sono risultati del 54,3% nei pazienti trattati con il regime perioperatorio con Pembrolizumab contro il 35,4% nei controlli.

KEYNOTE-671 è uno studio multicentrico internazionale di fase 3, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, che ha valutato Pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia neoadiuvante, seguito dalla chirurgia e dal trattamento adiuvante con Pembrolizumab come singolo agente rispetto alla chemioterapia neoadiuvante più placebo, seguito dalla chirurgia e dal trattamento adiuvante con placebo, nei pazienti con tumore al polmone non-a-piccole cellule resecabile in stadio II, IIIA o IIIB ( T3-4N2 ) ( VIII edizione dell’American Joint Committee on Cancer [ AJCC ] Cancer Staging Manual ).

I due endpoint primari dello studio KEYNOTE-671 erano la sopravvivenza libera da progressione, valutata dagli sperimentatori secondo i criteri RECIST v1.1, e la sopravvivenza globale, mentre i principali endpoint secondari comprendevano la risposta patologica completa ( pCR ) e la risposta patologica maggiore ( mPR ).

Lo studio KEYNOTE-671 ha arruolato 797 pazienti, assegnati secondo un rapporto 1:1 a due bracci di trattamento: il braccio sperimentale è stato trattato con Pembrolizumab ( 200 mg per via endovenosa ogni 3 settimane [ Q3W ] ) più chemioterapia con Cisplatino ( Cisplatino 75 mg/m2 per via endovenosa, nel giorno 1 di ogni ciclo ) e Gemcitabina ( 1000 mg/m2 , per via endovenosa nei giorni 1 e 8 di ogni ciclo ) o Pemetrexed ( 500 mg/m2 per via endovenosa il giorno 1 di ogni ciclo ) per 4 cicli come terapia neoadiuvante prima della chirurgia, dopodiché, nelle 4-12 settimane dopo la chirurgia, Pembrolizumab ( 200 mg ) è risultato somministrato ogni 3 settimane per 13 cicli; il braccio di controllo, invece, è stato trattato con placebo ( soluzione salina per via endovenosa Q3W ) più chemioterapia ( Cisplatino 75 mg/m2 per via endovenosa il giorno 1 di ogni ciclo ) e Gemcitabina ( 1000 mg/m2 per via endovenosa nei giorni 1 e 8 di ogni ciclo ) o Pemetrexed ( 500 mg/m2 per via endovenosa il giorno 1 di ogni ciclo ) per 4 cicli come terapia neoadiuvante prima della chirurgia, mentre nelle 4-12 settimane dopo la chirurgia è stato somministrato placebo ogni 3 settimane per 13 cicli.

Gli eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o maggiore si sono verificati nel 45,2% dei pazienti trattati con il regime perioperatorio con Pembrolizumab e nel 37,8% dei pazienti trattati con la sola chemioterapia più placebo.

Gli eventi avversi terapia-correlati hanno causato l’interruzione di tutti i trattamenti dello studio rispettivamente nel 13,6% e nel 5,3% dei pazienti, mentre hanno portato al decesso rispettivamente l’1% e lo 0,8% dei pazienti. ( Xagena2023 )

Fonte: European Society for Medical Oncology ( ESMO ) Meeting, 2023

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